I portoghesi hanno questa differenza: para casa e a casa. La prima indica una condizione permanente, indica un andare per restarci, mentre la seconda indica una situazione temporanea. Dopodomani torno a casa per cinque giorni, ma non so ancora decidere se mi sto allontanando da casa per andare in Italia, o se al mio ritorno lascerò casa per tornare a Lisbona. Lisbona non è ancora completamente casa mia, ma casa mia, quella dove sono cresciuta, non è più completamente casa mia.
I due Paesi si fanno guerra nel mio cuore, si fanno entrambi strada tra i miei pensieri e le mie abitudini, ma già so (e anche loro) che non ci sarà nessun vincitore.
Entrambe saranno il mio “posto davanti al camino” per ragioni diverse. Entrambe mi hanno formato e continuano a farlo in maniera impercettibile, ma continua.
E mi domando se quando tornerò vedrò le cose in modo diverso. Mi domando quale sarà la mia percezione, se quello che vedo mi starà ancora più stretto o se mi accorgerò di quanta nostalgia ho trattenuto.
Questo viaggio strapperà un po’ di veli, forzerà il confronto con quello che sto diventando, con le mie paure e con i miei atti di coraggio. Torno in Italia per cinque giorni, torno ai miei odori, i miei cibi, i miei luoghi per cinque giorni.
L’unica domanda a cui ancora non riesco a rispondere è: troverò ancora me stessa lì, in mezzo ai mattoncini di una vita?